La settimana in un soffio
Cosa mi è rimasto in questa prima settimana di blog? Non si eredita nulla e non si accumula niente. Se si riceve qualcosa o si mette da parte una buona fetta di qualsiasi cosa, di certo non porteremo mai nulla con noi dopo la morte.
Un inizio di pagina un pò drastica ma è quello di cui riflettevo in macchina quest’oggi. Una vita nell’apprendere, una vita nel costruire, formare una famiglia, avere dei figli e poi? Ciò che resta è sicuramente quello che siamo stati ma nel solo ricordo delle persone. Quello che invece noi possiamo fare è goderci il creato. Sembra una frase semplice ma difficile da mettere in atto. Invece la semplicità è realtà. Godiamoci quello che ci circonda, quello che ci è stato Donato.
Se dovessi rapportare la mia vita con quella di una persona bisognosa sicuramente sarei in peccato perchè vivo una vita agiata però dalla mia posizione, bene o male che sia, mi rendo conto che l’affaticamento per determinate cose alla fine non serve. Sì, servono i soldi, serve lavorare per farli ma in fondo alla fine ci serve lavorare così tanto? Sacrificare il nostro tempo per fare millemila cose per poi rimanere in uno standard di vita comune?
Non apro una riflessione gigantesca ma voglio soltanto riflettere sul titolo di questo articolo che riguarda questa settimana trascorsa dall’inizio di questo blog. Quanto mi sono goduto questa settimana, quanto mi è servita e se mi ha portato qualcosa.
Mi sono stancato in questa settimana, mi è servita ad arrivare stanco a fine serata e mi ha portato a completare cose solamente affannose. Morale? Avrei potuto fare tanto altro con un dispendio di forze diverse e con soddisfazioni maggiori.
Un figlio sempre gode delle eredità dei genitori e per quanto genitori anche questi ultimi sono stati a loro volta eredi di qualcosa. Ma un figlio non sa cosa vuol dire sacrificio e cosa vuol dire eredità finchè non avrà qualcuno a cui lasciarla e ancor prima crearla (l’eredità). Un figlio crescerà diventando un genitore e sarà quasi certamente (ed ho scritto quasi certamente perchè non è sempre così) lo stesso esempio di quanto ricevuto. Tu da figlio, oggi puoi dire che non avevi capito nulla finchè sulla tua pelle non erano passati alcuni brividi?
Ad oggi, non con la mia esperienza di genitore, ma di figlio posso dire che non avevo capito nulla prima e ho dovuto lavorare dopo per rivedermi e per essere nuovo per la mia vita. Tutto quello che non ho capito da figlio, non l’ho capito da genitore e sai perchè? Perchè non ho mai capito l’essere padre e neanche l’essere figlio. L’ho potuto apprendere soltanto quando ho scovato la vera risposta.
Essere un esempio, cosa vorrà mai dire ciò? Mettere in pratica la parola e non ascoltarla soltanto, illudendosi. Perchè, se uno è ascoltatore della parola e non esecutore, è simile ad un uomo che guarda la sua faccia naturale in uno specchio e quando si è guardato se ne va e subito dimentica com’era.
Forte vero? Ma non è farina del mio sacco perchè è in realtà farina di ottima qualità, quella farina che ha formato pane sano per una sazietà di vita. E’ farina del sacco di Giacomo al capito 1 del famoso libro della Bibbia.
Per tagliare corto, se non mi fossi avvicinato ad una vera sorgente, non avrei potuto bere dissetandomi. Oggi posso riflettere profondamente qualcosa perchè il mio confronto arriva da un Padre che prima di ogni cosa ha amato ciò che ha fatto. Ha amato tutto ciò che ci circonda, creandolo, donandocelo e dicendoci di godercelo. Noi invece siamo riusciti a complicarci la vita mentre Dio ci ha detto semplicemente di stare con Lui. Lui ha costituito la nostra vita donandoci festività più che lavoro e questo lo indica anche il fatto che gli ebrei hanno nel loro calendario più festività che giorni lavorativi. Lui ci ha parlato di amore, un amore inimitabile anche da Satana. Cosa cerchiamo ancora di più nella nostra vita?
Non riusciamo a goderci una settimana in santa pace, come vogliamo goderci la vita? Parliamo di libertà pensando di sfuggire ai problemi ma quello che riusciamo a fare è soltanto incasinarci ancora di più.
Io consiglio di leggere in manuale prima di continuare a sbattere la testa contro le nostre sole fatiche e arrivare solo dopo ad ammettere che avresti potuto leggere prima, conoscere e mettere in atto ogni cosa per il bene della propria vita. Sì proprio così, come la lettera di Giacomo, imparare a guardarsi allo specchio e andarsene ricordandosi anche ciò che si è visto.
La Bibbia non è un libro da leggere e conservare tra i bestsellers ma da leggere e rileggere per capire e mettere in atto perchè all’interno di esso ci sono tutte le istruzioni dei nostri fallimenti che noi compiamo ogni volta che facciamo di testa nostra. E ci trovi dentro il fallimento e la soluzione, il prima ed il dopo, la ferita e la cura, il peccato ed il perdono, l’amore e l’odio, la vita e la morte, il padre ed il figlio, la forza della vittoria, l’armatura per le battaglia, le strategie per le conquiste e tanto altro ancora.
Da una settima di corse ad una riflessione biblica. Questo spiega quanto ancora devo imparare dalle istruzione, dal manuale della mia vita. Faccio un comune sbaglio, metto in funzione il meccanismo senza leggere prima le istruzioni ed andando a leggere poi, soltanto, la soluzione dei problemi.
Buona settimana.
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